Dama in maschera
Autore:
Marco Rindori
Anno:
2015
Tecnica:
olio su tela
DPI: Facciale filtrante FFP3
Autore:
Marco Rindori
Anno:
2015
Tecnica:
olio su tela
DPI: Facciale filtrante FFP3
Di: Leonardo da Vinci – 1488-1490, olio su tavola
Conservato presso: Museo Czartoryski, Cracovia
L’opera fu commissionata alla fine del 1400 a Leonardo quando Ludovico il Moro ricevette il prestigioso titolo onorifico di Cavaliere dell’Ordine dell’Ermellino dal re di Napoli.
La giovane amante del Moro, Cecilia Gallerani, tiene in braccio l’ermellino il cui mantello bianco è simbolo di purezza e di incorruttibilità. L’ermellino in greco è galè e da qui l’alIusione alla Gallerani, L’animaletto che ha in braccio non è però un ermellino ma più verosimilmente un furetto o una faina, simbolo non di purezza e castità ma di lussuria… In realtà studi recenti, con una tecnica che permette di penetrare virtualmente lo strato pittorico del dipinto, hanno rivelato che Leonardo ha dipinto prima un ermellino smilzo e delicato, che poi ha ingrandito e reso muscoloso possente e coraggioso su richiesta del Duca, per adeguarlo alla sua natura di uomo d’armi e di potere…
Di: Marco Rindori – 2015, olio su tela
Dimensioni opera: 50x60 cm
Si suppone che Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, avesse regalato a Cecilia questo grazioso animaletto, simbolo di purezza, perché facesse compagnia alla sua amante durante le frequenti assenze da Milano.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore… ma l’ermellino seguiva Cecilia ovunque, spesso la costringeva ad accarezzarlo per ore e osservava curioso tutto quello che gli accadeva d’intorno. La Dama sembra volgersi come se stesse osservando qualcuno sopraggiungente nella stanza, e anche l’ermellino volge Io sguardo nella stessa direzione. Insomma,ben presto, quello che doveva essere un piacevole passatempo divento una sottile tortura. Di più, il contatto quotidiano (ma anche notturno, perché ovviamente il piccolo animale dormiva nel suo letto) con il pelo candido dell’Ermellino creò con I’andar del tempo una specie di allergia, che sfociava in fastidiose eruzioni tipo couperose, che sciupavano il bel volto di Cecilia. Marco ha allora aperto delle finestre nel quadro originale per dare aria all’ambiente, ma il problema persisteva e nessuna medicina era in grado di risolverlo.
Così abbiamo chiesto aiuto ai tecnici che ci hanno consigliato, dopo aver effettuato il Fit-Test, l’uso del respiratore FFP3. E Marco Rindori l’ha fatto indossare delicatamente a Cecilia, che è diventata così la “Dama in Maschera”.
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