Il bacio
Autore:
Marco Rindori
Anno:
2018
Tecnica:
olio su tavola
DPI: Tuta trivalente
Autore:
Marco Rindori
Anno:
2018
Tecnica:
olio su tavola
DPI: Tuta trivalente
Di: Francisco Hayez – 1859, olio su tela
Conservato presso: Pinacoteca di Brera, Milano
Il Bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV detto “Il Bacio” di Francesco Hayez, è un dipinto olio su tela di 112×88 cm, conservato nella Pinacoteca di Brera, a Milano. Fu presentato all’esposizione annuale di Brera il 9 settembre 1859, l’anno in cui, con la vittoria a Solferino, si celebrava la liberazione dagli Austriaci.
Dello stesso soggetto, Hayez realizzò altre versioni. Nella realizzazione de “Il Bacio”, si ispira ad un’altra sua opera: “Ultimo bacio di Romeo e Giulietta”, 1823. La tela nasconde, dietro l’ambientazione medievale, le pulsioni risorgimentali e simboleggia l’Amor di Patria e la lotta allo straniero. È pertanto considerato il manifesto della pittura romantica italiana.
Francesco, nato a Venezia, quinto figlio di una famiglia poverissima (la madre muranese e il padre pescatore originario di Valenciennes), fu affidato a una zia di Milano, sposata con un brillante antiquario, che intuì e incoraggiò il talento del nipote.Visse 91 anni attraversando tutto l’800. Conobbe Manzoni, Berchet, Pellico e Cattaneo, Canova e altri uomini illustri del suo tempo. Fu un artista innovativo e poliedrico e la sua biografia, raccolta nelle “Mie Memorie”, è ricca di aneddoti e punti di vista originali, ironica e gradevole anche appoggiata sul comodino…
Di: Marco Rindori – 2018, olio su tavola
Dimensioni opera: 50x70 cm
Giulietta era una giovane Nobildonna, figlia terza di una famiglia di sicuro e antico lignaggio. Era promessa sposa ad un proprietario terriero ricco ed emergente, che avrebbe rimpinguato le casse ormai esangui di una nobiltà che faticava a rimanere protagonista nel secolo nuovo che stava avanzando; ma la Contessina non amava quell’uomo arrogante, sicuro di sé e delle sue tintinnanti sovrane d’oro con l’aquila bicipite dell’Impero, di 30 anni più vecchio o fors’anche di più, che la adulava occhieggiando solo per averla come trofeo nelle feste dei Buoni Salotti di una Verona ora austriaca…
Era grezzo quanto era fiero del suo successo. Quell’omone scaltro, aveva scalato senza scrupoli tutte le classi sociali e adesso voleva farsi un regalo: un figlio dalla ragazza nobile, più bella e intelligente della città, un gioiello a prezzi di saldo, la sua specialità. Per contro Lei, cocciuta ragazzina, si era innamorata di un borghese giovane come Lei, due occhi grandi color miele sotto un ciuffo ribelle, al primo sguardo.
Si trattava di uno scrittore e giornalista avvilito dalla censura, che al tempo impediva qualsiasi vagito di un pensiero indipendente. Verona aveva subito 7 governi in 17 anni e ora che i Francesi se n’erano andati devastando la città erano sopraggiunti gli Austriaci con 35.000 soldati. Avevano iniziato la ricostruzione e la fortificazione portando nuova ricchezza, ma il loro codice di leggi era assai rigido e severo. La durezza dei modi, la consuetudine delle bastonature, il permanere di forti tasse e della coscrizione obbligatoria suscitarono così nel popolo vivo malcontento, e ben presto si propagarono le sette segrete. I Sovrani della Santa Alleanza si diedero convegno proprio in Verona, per reprimere le aspirazioni dei popoli emergenti e soffocare ogni idea liberale, ogni sentimento di Nazione e di Patria. Romeo aveva un sogno: la creazione di uno Stato Italiano libero e indipendente. E per questo si era arruolato nella Carboneria.
I loro sguardi si erano incrociati nel Teatro Filarmonico, Lei nel palco reale e Lui confuso tra la gente. Da quel momento niente ebbe più importanza per Loro, se non INCONTRARSI… … Ma come? E dove? E quando? C’erano soldati dappertutto e Giulietta era una sorvegliata speciale anche in famiglia! Ma il destino spesso si dipana curioso e imprevedibile nelle pieghe del tempo, e così in quei giorni fu annunciata una grande festa in maschera per l’arrivo di Gioacchino Rossini (e consorte), che aveva composto due cantate sulla Santa Alleanza per i committenti austriaci. Come una debole candela che uno spiffero ramingo par ravvivare e subito si spegne, i due Amanti si accesero di speranza, che subito dispersero in pensieri di morte… Ma la dama di compagnia di Giulietta, che aveva cresciuto quella rosa coraggiosa, non si rassegnò al peggio per la sua padroncina, e con le sue mani laboriose e svelte preparò due abiti per la fuga.
La notte si incontrano furtivi tra le rovine medievali di un castello vicino all’Adige amico, e con la luce flebile di una luna di un quarto, sottile e affilata come uno stiletto, ma compiaciuta e ruffiana come Cupido quando la freccia scocca, in bilico sulle scale di pietra, consumano in un eterno attimo il loro bacio unico, bocca sulla bocca. Romeo tiene saldamente il viso delicato e pallido di Lei tra le sue mani sporche d’inchiostro e compenetrando gli sguardi, la bacia sulle labbra dischiuse come petali di rosa, e Lei lo ricambia trattenendo il respiro, e prolungando il piacere fin quando le lancette del tempo non si spezzano.
Una voluttà e una passione che solo i passi felpati di un’ombra che sopraggiunge sembrano sospendere…!?!
State sereni! Qui la storia di Romeo e Giulietta non finisce in tragedia… perché quell’ombra è un compagno di Romeo, che solo grazie agli indumenti trivalenti Siggi e alla perizia del maestro Rindori, ha potuto trovare nella notte fonda i due giovani Amanti. E condurli in barca sul fiume verso la libertà… Ed è per questo che se cercate oggi sul muro di un castello medievale vicino al fiume, potrete scorgere ad eterno ricordo, un graffito sulla pietra: Siggi T’Innamora.
P.S. È visibile solo quando lo illumina la flebile luce della Luna in un quarto, subito dopo un’eclisse…
P.P.S. Sono rigorosamente necessari indumenti, SIGGI…
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