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Abbi Cura Di Te - by Unigum
Il Narciso di Caravaggio che indossa una tuta Dupont
Abbi Cura Di Te, Sei Un'Opera D'Arte®

Una tuta per Narciso

Autore:
Marco Rindori

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Anno:
2017

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Tecnica:
olio su tavola

DPI: Tuta Tyvek Classic Expert

contenuto principale

Narciso

Di: Caravaggio1597-99, olio su tela

Conservato presso: Galleria Nazionale d'Arte Antica, Palazzo Barberini, Roma

Narciso è un dipinto a olio su tela generalmente attribuito a Caravaggio sebbene sia ritenuto da molti critici un’opera dubbia. Un acceso dibattito tra gli storici dell’Arte ne ha proposto infatti l’attribuzione ad altri pittori quali lo Spadarino e il Gentileschi.


Foto dell'opera originale

La storia

La scena rappresenta una trasposizione in epoca moderna del celeberrimo episodio della mitologia greca, narrato nelle Metamorfosi di Ovidio. La storia narra la vicenda di Narciso, la cui bellezza fu ragione della sua stessa rovina. Il quadro ritrae Narciso mentre si specchia nell’acqua cercando un contatto fisico con il suo riflesso. Il bellissimo giovane emerge da una inquietante oscurità, metafora evidente della sua condizione di solitudine, illuminato in pieno stile caravaggesco da una sottile luce teatrale, quasi irreale. Il formato verticale della tela concede a Caravaggio di dare vita a una figura perfettamente doppia, modello «carta da gioco».

Una tuta per Narciso

Di: Marco Rindori2017, olio su tavola

Dimensioni opera: 50x60 cm

Narciso era proprio bello, così bello che tutti uomini e donne ma anche gli animali e le piante e i sassi della montagna se ne innamoravano. Ma lui era scontroso e superbo, vanitoso fino a diventare cinico e insensibile. Un giorno donò una spada ad Aminio, un suo inguaribile spasimante, affinché con essa si togliesse la vita. E così fu. E la ninfa Eco, che accorse ad aiutare Narciso che si era perso nel bosco, si offrì a lui come un dono d’amore. Ma Narciso fuggì inorridito.


Foto dell'opera originale

La storia

Il mito racconta che di Eco, consunta dalla passione, rimase solo la voce… Narciso era innamorato solo di se stesso, e così nelle notti di luna piena rimirava le sue membra nude e perfette nelle acque chiare della fonte e canticchiava:

“Perché io piaccio, io piaccio, io piaccio, è un affaraccio ma sempre così fu
Perché io piaccio, io piaccio, io piaccio, per quanto faccio per non piacere più
Perché mi piaccio, mi piaccio, mi piaccio, Mi piaccio da morir’. Mi piaccio da morir’.
Mi piaccio da morir’” (1)

E giù baci e carezze fino al mattino…

Il Bel Narciso girava sempre nudo perché la sua pelle era così sensibile e delicata che nessun indumento poteva indossare senza che i suoi interminabili lamenti disturbassero la Terra e il Cielo. Così gli Dei che sono sensibili alle ingiustizie decisero di punirlo. Progettarono un indumento, la tuta Classic Expert, che fosse leggera e traspirante e straordinariamente protettiva, come l’organza di seta dell’imperatrice Lei Tsu. E mentre dormiva lo vestirono. All’alba il Bel Narciso, ignaro della sua nuova mise, si alzò e come sempre iniziò a ciondolare tedioso per le strade a caccia degli sguardi ammirati dei passanti. Ma presto verificò sorpreso e irritato che nessuno mostrava più quel morboso interesse per

lui, ma molti gli chiedevano invece notizie di quella tuta così cool. Tanta vanità ferita avrebbe potuto ucciderlo e così quella sera al crepuscolo Narciso, in cerca di rivincite, andò alla fonte a rimirarsi.

Era una notte di luna piena ma questa volta l’immagine riflessa era diversa, il volto era sempre lo stesso perfetto e impenetrabile, ma il corpo era avvolto da uno strano indumento bianco, così Narciso chiese conferma alla Luna che con lui si specchiava nella fonte, come sempre… “Luna, Luna dei miei desideri, chi è l’essere più bello di tutti gli universi intieri?” chiese Narciso.

E la Luna: “Sei tu mio Narciso… ma l’indumento che porti è ancor più bello. E se stanotte con i tuoi occhi grandi lo guardi attentamente, te ne innamorerai anche tu, così come accade a tutta l’altra gente”.

Narciso si guardò tutta la notte, quasi di nascosto, tra le dita. Forse non ne comprese il senso vero, ma il giorno dopo cominciò un’altra vita. Aprì un Resort sulla riva della fonte: “Da Narciso, il bello deve ancora arrivare…” con tanto di area privé per i cuori solitari e con le mitiche feste mascherate “In tuta con Narciso”. Ormai vecchio, una notte s’addormentò per sempre. All’alba le Naiadi e le Driadi trovarono vicino alla fonte non più il desiderato corpo ma una tuta vuota ed un fiore bianco pendant, che da lui prese il nome di Narciso. E un biglietto in punta di penna scritto che una verità cita: Classic Expert, tutta un’altra vita! E il narratore aggiunge qui lo affermo e qui lo dico: Classic Expert, una tuta per Amico.

  1. Io Piaccio, Fred Buscaglione

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