Abbi Cura Di Te - by Unigum
La venere di Botticelli con indosso una tuta ad alta visibilità Payper
Abbi Cura Di Te, Sei Un'Opera D'Arte®

Venere HI-VIZ

Autore:
Marco Rindori

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Anno:
2017

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Tecnica:
olio su tavola

DPI: Parka Security alta visibilità

contenuto principale

La nascita di Venere

Di: Sandro Botticelli1482-85, tempera su tela

Conservato presso: Galleria degli Uffizi, Firenze

Eseguita da Botticelli a tempera magra su tela di lino, l’opera dalle dimensioni notevoli (172×278 cm), sarebbe un’allegoria neoplatonica dell’Amore come forza motrice della natura. È il simbolo di quell’ideale neoplatonico di Umanesimo sviluppato da Marsilio Ficino alla Corte dei Medici.


Foto dell'opera originale

La storia

L'opera originale della Venere

Si dice che il Botticelli prenda ispirazione da un sonetto di Poliziano, che ben descrive il dipinto:

Una donna non con uman volto Da’ Zefiri lascivi spinta a proda
Gir sopra un nicchio; e par che ‘l ciel ne goda Vera la schiuma e vero il mar diresti, vero il nicchio e ver soffiar di venti: La dea negli occhi folgorar vedresti, E ‘l ciel ridergli a torno e gli elementi L’Ore premer l’arena in bianche vesti, L’aura incresparle e’crin distesi e lenti: Non una, non diversa esser lor faccia, Come pare che a sorelle ben confaccia.

(Poliziano, Le Stanze per la Giostra)

E si raccontano tante altre cose, forse vere, forse leggende, come il fatto che Botticelli artista introverso e cagionevole di salute fosse innamorato perdutamente di Simonetta Vespucci e ne abbia riprodotto le sembianze nella Venere, chiedendo poi di essere sepolto ai suoi piedi nella chiesa di Ognissanti. In effetti Simonetta Cattaneo, sposata a 16 anni con Marco Vespucci, cugino del celebre esploratore e morta prematuramente di tisi a soli 23 anni, incarnò appieno, nella sua breve vita, l’ideale di Bellezza Rinascimentale. Tanto che anche Lorenzo il Magnifico così la ricordava: “O chiara stella, che co’ raggi tuoi togli alle tue vicine stelle il lume…”, e ancora “…O questa o nuova stella che tu sia, che di splendor novello adorni il cielo…”. La sua straordinaria avvenenza e la sua grazia conquistarono Firenze al punto che pareva che tutti, artisti e uomini potenti ne fossero rimasti folgorati.

Si parlava di Lei come della “Sans Par“ ovvero “senza paragoni” che in verità ricorda un po’ troppo la pubblicità di una nota catena di negozi di elettrodomestici, ma al tempo non lo sapevano…

Ma se guardate bene la Venere di Botticelli troverete 7 magnifici difetti:

  1. Il piede alla greca dove l’indice è più lungo dell’alluce
  2. Lo strabismo cosiddetto di Venere
  3. Le linee addominali oblique
  4. Le fossette cosidette di Venere cioè due piccoli incavi simmetrici
  5. sopra il lato B
  6. I capelli biondi con colore diverso all’attaccatura
  7. Le rughe a circonferenza sul collo
  8. Il dito medio della mano più lungo del palmo …e magari è proprio grazie a queste imperfezioni che la sua bellezza è unica e immortale…

Venere HI-VIZ

Di: Marco Rindori2017, olio su tavola

Dimensioni opera: 50x70 cm

Dunque di Venere Superstar, dei suoi successi, della sua bellezza e delle sue virtù… non se ne può proprio più. E così sarà a partire dai suoi magnifici difetti e dalle sue ansie che cercheremo di costruire una storia inedita che la renda anche un po’ simpatica oltreché Bellissima. Impresa non facile perché la piccante relazione con l’aitante Marte, Dio della guerra, esposta da Vulcano, marito geloso e cornificato, al pubblico ludibrio di tutti gli Dei dell’Olimpo fu la prima vera scena hard online della storia dell’uomo.


Foto dell'opera originale

La storia

Gli Dei imbarazzati se ne andarono ma qualcuno come Mercurio apprezzò di molto le forme di Venere, e disse ad alta voce che non gli sarebbe dispiaciuto essere al posto di Marte… cosa che poi puntualmente accadde. E poi le altre numerose scappatelle, associate, a quella spocchia tipica della ”più bella del Reame” avevano scatenato le invidie di amici e parenti, Dei e Umani, che sussurravano sottovoce (dato che la Dea era Permalosa, Potente e Vendicativa) che era proprio “un po’ antipatichina”… Ma poi un fulmine di Giove squarciò il cielo sereno e Venere s’innamorò “sinceramente” di Adone (la solita freccia di Cupido???) un giovane bellissimo dedito alla caccia, nato dall’unione incestuosa (tanto per cambiare…) tra Cinira, re di Cipro, e sua figlia Mirra. “Non la si vedeva più nemmeno in cielo. Al cielo preferiva Adone.

Era diventata la sua compagna inseparabile: lei che era abituata a starsene al riparo e a occuparsi solo di se stessa, curando la propria bellezza per renderla ancora più splendente, ora andava in giro per balze e selve, su terreni irti di rocce e di spini…” così racconta Ovidio nel X libro delle Metamorfosi. La Dea esortava il giovane amante ad essere prudente ma si sa come sono i giovani e così il giavellotto mal bilanciato tradì la forza di Adone e solo ferì un selvaggio cinghiale, che prima di stramazzare lo addentò all’inguine e lo uccise. Venere senti le sue urla di dolore e lo vide esanime contorcersi nel suo sangue.

Il ricordo del lutto sarebbe durato in eterno, affidato ad un fiore fragile che il vento facilmente abbatte, appunto l’anemone (dal greco anemos, vento).

Fu la goccia (di sangue) che fece traboccare il vaso… e Venere entrò in una sorta di depressione; non mangiava, non si truccava più, rispondeva a monosillabi senza guardarti negli occhi. Giove suo padre decise che aveva bisogno di concentrarsi su qualcosa di concreto per ritrovare la sicurezza perduta. E così la catapultò sulla terra e le procurò un lavoro in una grande fabbrica manifatturiera.

Qui Venere ben presto divento l’RSPP e selezionò per i lavoratori indumenti sicuri, comodi e belli costruiti a regola d’arte. Fu un grande successo perché gli incidenti diminuirono, i lavoratori apprezzavano e condividevano le scelte aziendali e la produttività aumentava. Tutti indossavano le t-shirt Abbi cura di Te, Sei un‘opera d’Arte® e si sentivano sicuri e valorizzati.

Venere era finalmente contenta e sorridente ma inevitabilmente il suo fascino cominciò a seminare discordia. L’amministratore delegato la volle vicino a sé e tutti i dirigenti dello staff se la contendevano per una colazione… Lei si concedeva con discrezione un po’ a tutti e ben presto volarono insulti e anche risse…

Giove decise che era tempo di richiamarla subito nell’Olimpo. Venere obbedì. In fondo gli uomini non erano così diversi dagli Dei se non per quel dettaglio che li rendeva mortali, e quindi a volte anche mortalmente… noiosi. Preparò nottetempo le sue cose e riempì 10 valigie di indumenti da lavoro Payper, dai quali ormai non riusciva più a separarsi.

Quel mix di comfort, protezione ed eleganza l’avevano stregata… Il Maestro Rindori la ritrae ora fiera di sé con un giaccone Security maliziosamente aperto… mentre solca il mare su una conchiglia raggiungendo Cipro. Qui sulla riva, una delle Ore le porge un magnifico manto rosa ricamato di mirti, primule e rose e par che la Dea le risponda con fare garbato portando la mano al petto: “No, thanks … I dress Payper“ E ancora sottovoce “Live your dream, dress Payper”


P.S. Zefiro e la ninfa Cori, che soffia la brezza gentile che increspa appena la superficie del mare, furono visti il giorno dopo in pantaloni e t-shirt e giacca antivento…

P.P.S. Si mormora, ma non è certo, che Vulcano perdonò la fedifraga per una tuta ignifuga, e che Giove, gasatissimo con il suo completo arco elettrico, organizzò un meeting dove gli Dei indossarono tutti indumenti da lavoro Payper. E vissero, ovviamente “per sempre”, felici e contenti.

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